La paranoia
- spinettiilaria
- 6 feb 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Una lotta continua verso un nemico che può essere dentro o fuori di noi, e che viene percepito come una reale e concreta minaccia.
Nell’articolo verranno descritte sinteticamente alcune forme di pensiero paranoico, spiegando come la rigidità alla base della percezione diventerà una profezia che si autodetermina creando di fatto la realtà temuta.
“Una volta che una persona crede (o sente) che qualcosa sia vero, indipendentemente dal fatto che lo sia oppure no, agirà come se lo fosse.”
L’insieme dei processi percettivi, emotivi e cognitivi che conducono la persona a osservare e intrepretare la realtà, attribuendogli significati per avvicinarla alle più abituali credenze è il processo alla base della formazione del sistema di percezioni e reazioni che caratterizzano l’individuo tanto nel suo funzionamento ben organizzato che in quello patologico. Un sistema irrigidito e strutturato su una credenza disfunzionale, rappresenta la base percettivo reattiva dell’individuo paranoico.
Esistono diverse declinazioni del pensiero paranoico, che verranno semplificate e descritte successivamente sulla base del nemico identificato, ma il minimo comune denominatore è la certezza della verità assoluta del proprio pensiero. L’ideazione paranoica si delinea infatti da un autoinganno originario, costruito a partire da un evento specifico o da una sensazione costante che si sviluppa attraverso un unico criterio: quello della logica della credenza. Ad esempio credere che i colleghi ce l’abbiamo con noi, ci porterà a comportarci in modo freddo o ostile, il che non aiuterà la relazione e proverà la certezza iniziale; così come la credenza nella propria debolezza, alimenterà nel tempo copioni comportamentali ripetuti che finiranno sempre per confermarla e rinforzarla. La rigidità̀ della propria percezione diventerà̀ una profezia che si autodetermina: una persona può essere convinta, ad esempio, che ci sia un collega che vuole farla licenziare, interpretando ogni comportamento dell’altro in funzione di questa credenza; un altro potrà essere certo di avere addosso gli occhi di tutti, un plotone di esecuzione pronto a sparargli contro giudizi spietati. Come se il campo visivo fosse ristretto da una lente che mostra solo percezioni ritenute pericolose con conseguenti reazioni e comportamenti di difesa.
E’ importante sottolineare che questo tipo di percezione e la conseguente reazione difensiva, non necessariamente corrispondono a manifestazioni deliranti. La convinzione paranoica può essere collocata nel passato (ciò che è stato), nel presente (ciò che è), nel futuro (ciò che sarà) e differenziata a seconda del livello di interazione coinvolto: la condanna può essere attribuita a qualcosa che la persona crede che dipenda da sè stessa, dagli altri, o dalla natura/mondo.
- Paranoia con idee persecutorie: gli altri sono vissuti come malevoli, ostili e la persona sperimenta forti sentimenti di rabbia, nei confronti di una persona specifica o, in generale, verso le persone con cui entra in relazione, reagendo difendendosi dalle intenzioni malevole altrui.
- Paranoia verso “altro”: riguarda diverse modalità in cui la a costruzione dell’idea paranoica può interessare la relazione del soggetto con sé stesso (paranoia di sé, rimorsi, rimpianti), con gli altri (gli altri sbagliano sempre, io sono nel giusto), con il mondo (condanna subìta da circostanze di varia natura). Si tratta di soggetti iper-rigidi sui propri valori, con un pensiero dicotomico basato su giudizi morali che si difendono da tutto ciò che non ricalca perfettamente la loro credenza.
- Paranoia con idee deliranti: è la tipologia che raggiunge l’estremo dell’irrigidimento del pensiero paranoico. In genere c’è la certezza della presenza di nemici con la percezione costante di aggressione da parte dell’esterno. Il soggetto paranoico nel quale l’ideazione raggiunge la rigidità estrema, generalmente fugge una realtà che non è in grado di gestire, costruendone una alternativa con il delirio. In molti di questi casi l’ideazione paranoica rappresenta effettivamente il sintomo espressivo di una psicopatologia maggiore.
Il soggetto paranoico costruisce davvero ciò che teme. La reazione di difesa, conferma e alimenta ogni volta la propria convinzione: il pensiero scivola per gradi dal dubbio alla certezza, su un continuum in cui progressivamente il pensiero si irrigidisce, muovendo dalla percezione del giudizio malevolo alla certezza di essere vittime di un vero e proprio complotto.
Per cui quando si utilizza il termine paranoia, è necessario comprendere i diversi quadri disfunzionali o francamente psicopatologici e le differenti forme di disagio che producono. Può riguardare infatti un’unica sfera relazionale della persona, ad esempio quella professionale, senza impedire il corretto funzionamento nelle altre; oppure può esitare in conclamate patologie impedenti, quando diventa una modalità percettivo-reattiva pervasiva. Nella prospettiva di un percorso di psicoterapia ci sarà quindi bisogno di interventi differenti, mirati e tagliati su misura, con l’obiettivo mettere la persona nella posizione di operare minimi ma significativi cambiamenti quotidiani, per raggiungere lo sblocco o una netta diminuzione dei sintomi a seconda del quadro di compromissione del funzionamento dell’individuo.
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